giovedì 19 settembre 2013

I miei editoriali



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Scritto il da Annalisa B

Granone Lodigiano: un formaggio antico da Lodi

Tipico prodotto ottenuto dal Granone Lodigiano
Tipico prodotto ottenuto dal Granone Lodigiano
Riguardo a questo particolare formaggio, sono state reperite diverse testimonianze, dalle quali si possono trarre antiche origini, se non addirittura la nomea di “progenitore” delle varietà di grana. Ai tempi odierni, il Granone Lodigiano ha caratteristiche che lo contraddistinguevano anche nel Medio Evo, ovvero, la presenza di piccole gocce di siero sulla superficie, dette lacrime, anche dopo una lunga stagionatura (riconosciuto come un suo grande pregio).
Ciò è dovuto sostanzialmente al fatto che, nella produzione, la cagliata estratta dalla caldaia non viene pressata e il siero che rimane si trasforma con la stagionatura, donando al formaggio questa particolarità. Dopo anni di oblio, in cui è stato messo da parte, ora  sta tornando timidamente e giustamente alla ribalta, grazie ad alcuni caseifici del panorama lattiero-caseario lombardo e italiano.
Il Granone Lodigiano è prodotto grazie ad una cooperativa di caseifici che, per il momento, riesce a coprire solamente il 9- 10% dell’intera produzione, lasciando il restante spazio al Grana Padano. Il Granone, sempre più apprezzato prodotto tipico lodigiano, è arrivato sulle nostre tavole, grazie ad un disciplinare e ad un marchio (il quadrifoglio, diffusissimo nei prati lodigiani) inciso sulla crosta  spessa e dura, di colore nero.
 

Caratteristiche del Granone

La forma del Granone
L’assaggio del Tipico Lodigiano è molto importante.
Oltre a quelle sopra citate, è un prodotto caseario a pasta cotta, ottenuto dal latte di vacca, scremato parzialmente per affioramento e  da due mungiture.
La pasta, di color giallo paglierino-rosato, è fondente al palato ed ha una granulosità con “occhi” di maggior dimensione, in confronto alle altre varietà di grana che, insieme alle famose lacrime, rendono questo formaggio particolare e di pregio.
Il Tipico Lodigiano è delineato da una forma a cilindro con un diametro di circa 50 centimetri e scalzo di 20 centimetri. Il peso è variabile, tendente ai 50 chilogrammi.
 

La Raspadura del Granone Lodigiano

Uno degli usi più comuni del suddetto Granone, è quello di raschiare la superficie della forma, con un particolare lungo coltello, formando così delle sottilissime lamelle (quasi trasparenti). Si tratta della sempre più conosciuta raspadura   (non un altro formaggio, bensì un prodotto derivante dalla sola tecnica di lavorazione manuale del Granone stesso).  Questa viene ottenuta solamente da forme molto giovani, così da avere lunghe strisce soffici che quasi si sciolgono in bocca. Si auspica la sempre più capillare diffusione di un prodotto dell’eccellenza italiana, che non può mancare sulle tavole nazionali ed internazionali.

Biografia Annalisa B

La cucina è il mio universo favoloso, dove pongo attenzione alle materie prime, possibilmente a km 0 e naturali. Ho un estremo riguardo per le intolleranze alimentari, sempre più diffuse. Con la mia famiglia, in passato, ho portato avanti un ristorante, per cui conosco la fatica e il cuore che ci mettono i ristoratori, nel mondo del food.
 
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      Il mio blog è il favoloso mondo di Annalisa dove, protagonisti come lo zucchero , il sale e la farina, si incontrano e danno vita a succulenti dolci e pietanze. E' il mio piccolo universo, dove quando accendo il forno, si scatena la fantasia culinaria e i profumi inebriano la mia cucina . Questa sono io, con la mia passione per il cibo, l'attenzione alle materie prime, possibilmente a km 0 e naturali. Ho un estremo riguardo per le intolleranze alimentari, sempre più diffuse. Con la mia famiglia, in passato, ho portato avanti un ristorante, per cui conosco la fatica e il cuore che ci mettono i ristoratori, nel mondo del food.
          

      Granone Lodigiano: un formaggio antico da Lodi

      Riguardo a questo particolare formaggio, sono state reperite diverse testimonianze, dalle quali si possono trarre antiche origini, se non addirittura la nomea di “progenitore” delle varietà di grana. Ai tempi odierni, il Granone Lodigiano ha caratteristiche che lo contraddistinguevano anche nel … Continua ...

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      La Tortionata di Lodi

      Tortionata di Lodi (dettaglio)
       
      La Tortionata è una preparazione dolce friabile e allo stesso tempo secca, della tradizione di Lodi (nella bassa Pianura Padana), definita “prodotto agroalimentare tradizionale italiano” dal Ministero dell’Agricoltura.
      Assomiglia alla famosasbrisolona” (dolce mantovano), anche se nell’impasto non è presente la farina gialla. La Tortionata è comunque una torta molto ricca, soprattutto di freschissimo burro, grazie alle numerose stalle e caseifici, protagonisti della zona della bassa padana. 
      La torta trae le sue origini dall’800 grazie all’esperto pasticcere e offelliere lodigiano (l’offella era una focaccia dolce) Carlo Tacchinardi, capostipite della sua famiglia. Molto probabilmente però risale addirittura al tardo Medioevo, vista la sua forma tonda, l’assenza di lievito, la gran quantità di mandorle, e la quantità davvero esigua di uova, oltre al fatto che era impastata con il miele (caratteristiche queste, proprie del periodo suddetto).
      Il creatore della tortionata, tal Tacchinardi,, trasmise la ricetta ai suoi discendenti, i figli Gaetano e Giovanni, fino ad arrivare al nipote Alessandro (che ne depositò il marchio legalmente), al quale, pare, si debba il nome della torta lodigiana. Infatti, pare che la chiamò così da “torta di quando io son nato” ovvero torta io nata.
       
      Tortionata di Lodi (dettaglio)
       
      Un’altra versione della nascita del nome, è da legare al tortijon, ovvero il fil di ferro attorcigliato, al quale era paragonato il tipico dolce lodigiano, per la tribolazione che c’era nel porzionarlo. Nel 1955, l’ultimo dei Tacchinardi cedette la sua attività, per anzianità, ma fortunatamente la tradizione  non è mai cessata.
      Ancora oggi, la Tortionata è presente nelle pasticcerie e nelle case dei lodigiani, spolverizzata in superficie, con zucchero a velo e accompagnata da malvasia o moscato e da panna montata o da crema pasticcera.
       

       
      Scritto il da Annalisa B

      San Bassiano e la tradizionale Trippa


      Con cadenza annuale, in occasione della festa del patrono di Lodi (LO), San Bassiano, si tiene una fiera molto antica, che si svolge nella piazza quadrata più grande d’Italia, piazza della Vittoria, davanti al Duomo.
      Generalmente,  la piazza è un pullulare di bancarelle, colori, persone, profumi e si possono acquistare i tipici “filson”, cioè collane di castagne stufate.
      In Duomo si svolge una solenne cerimonia religiosa celebrata dal Vescovo di Lodi, per ricordare il santo.



      Poi, lungo i portici del Broletto,  su cui si affaccia il Palazzo Comunale, la Pro Loco distribuisce ai cittadini, la tradizionale trippa detta “büseca”, circa quindici quintali di calda trippa  (una frattaglia usata in cucina e ricavata dalle parti dello stomaco del bovino) preparata ad arte nelle cucine dell’Ospedale Maggiore.



      A Lodi, provincia della Bassa Padana, è impensabile che il 19 gennaio di ogni anno, non si consumi questo cibo, da soli o in compagnia, perché è ormai un gesto quasi spirituale, infatti ci sono sempre state molte credenze ed aspettative sul suo conto, come si può evincere da questo proverbio: “Mangià la büseca  de San Bassan vor dì star ben tutt l’ann”.



      La trippa, in questa occasione, viene cucinata lavandola, sbollettandola e aggiungendo poi, carote, cipol­le, sedano, fa­gioli corona e borlotti, patate, macina­to di carne, pancetta e spezie.
      Ma il sapore unico di questa ricetta, è dovuto alla “cremola­ta”, che è un trito di salvia,  rosmarino, prezzemolo e aglio.
      Il sapore è meraviglioso e la festa è una tradizione ormai imprescindibile, anche da pioggia e neve!

       
           
         
            

             

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